Grazia “la Marinara”

trong>”Il mare, senza le orribili scogliere di oggi, era limpido e pulito”……….

Grazia Masciarelli, detta “la marinara”

“Una vasta terrazza costruita ad arte su palafitte, ad un metro e mezzo dal pelo dell’acqua , quasi sospesa sul mare;

sul retro, a manca e a destra di un grande area centrale, finalizzata alla cura e allo svago della clientela, due lunghe file simmetriche di dodici cabine spogliatoio, collegate da una passerella;

una comoda scaletta ed un lungo pontile, insistenti entrambi sull’arenile, costituivano poi il raccordo con la terraferma di questa originale, comunque funzionale , estesa costruzione balneare in legno”.

Questa era sommariamente la descrizione dello stabilimento balneare Saturno negli anni 30.

Tullio Bosco così ricorda Grazia nel suo libro “Accadeva a Pescara”

Proprietaria dello stabilimento Saturno era la ben nota “Grazia la marinara”.
La donna aveva un timbro di voce robusto e leggermente rauco, una barba ispida, che doveva radere ogni tre o quattro giorni, ed una muscolatura d’acciaio.
Queste caratteristiche prettamente maschili contrastavano in modo singolare col suo abbigliamento femminile, non privo di una certa civetteria; la capigliatura era graziosamente aggiustata e completata da un voluminoso “tuppo”, tenuto in ordine da varie forcine di osso.
L’attività di Grazia era naturalmente assorbita nella mattinata dal servizio balneare, lavoro piuttosto complesso, che tuttavia svolgeva da sola, salvo l’aiuto di qualche ragazzo che occasionalmente si presentava da lei per guadagnare qualche soldino.
I pomeriggi erano invece solitamente dedicati alla pesca.
Con la sua robusta barca a remi si allontanava dalla spiaggia di alcune centinaia di metri; gettava la sua rete, e dopo un certo lasso di tempo la ritirava col pescato, che poi nella serata, vendeva davanti al suo esercizio.
Ed era uno spettacolo osservarla quando, al ritorno della pesca, portava a riposo la sua barca, facendola risalire sull’arenile su traversine di legno insaponate.
Operazione, questa, che, per altri proprietari di barche sulla stessa spiaggia, veniva effettuata con l’impiego di quattro uomini.
La sera, dopo aver venduto il pesce ed aver riposto il residuo in ghiacciaia, dopo aver spazzato il corridoio davanti alle cabine e la terrazza sul mare, e dopo aver accuratamente ispezionato l’interno delle cabine, Grazia si concedeva una mezz’oretta di meritato riposo.
Seduta sulla scaletta d’ingresso allo stabilimento, si fumava in pace il suo irrinunciabile mezzo toscano.


“..Si maschie o femmene ere …’nni li sacce;
tutte dicè ca mezze e mezze ere,
ma j’ ci scummettesse sta bisacce
ca, pure si purté la onna nere,
Grazie ere maschie, ci pù sta sicure!”

versi di Raffaele Rotondo “J’ M’ Arcorde..” 1990

Grazia “La Marinara” creazione di Vicentino Michetti di Calascio
.-.-.-.-.-Sala Consiliare Comune di Pescara.-.-.-.-.