Ferdinando Giordano-l’eclettico barone

“L’uomo di animo fiero e nobile, franco ed onesto, generoso, leale e pieno di riguardi mise da parte la sua spada e avvoltola nel drappo della vecchia bandiera si ritirò nel silenzio rispettando con scrupolo le nuove leggi. Affidandosi ai suoi studi educò, dopo l’unità d’Italia, i giovanetti e si aiutò con la tavolozza per campare parcatamente la vita”

Fondo De Antonis-Museo delle Genti d'Abruzzo

 

 

 

 

Lo chiamavano generale, ma era un ex capitano del Genio borbonico che nel 1860, dopo la caduta del regno di Napoli, aveva rifiutato sdegnosamente, per fedeltà ai Borboni, l’invito di entrare a far parte dell’esercito italiano con grado superiore e con stipendio doppio.

L’intelligente ed elegante barone Ferdinando Giordano, era rimasto comunque a Pescara dove fece costruire una palazzina di stile barocco sul finire del corso Manthonè, angolo via Salomone (ora via degli Aprutini).

palazzina barocca abitazione e laboratorio del Barone Ferdinando Giordano

palazzina barocca abitazione e laboratorio del Barone Ferdinando Giordano

 

Nel piano terra gestiva una scuola privata dove insegnava di tutto, dalla scherma al francese, dal disegno alla matematica, dall’italiano al ballo.

Le sue tecniche di riproduzione grafica furono partecipate da molti allievi.

Per lire 10 mensili impartiva lezioni di pittura, di educazione, di scherma e di ballo;  insegnava anche il minuetto, il ballo dei lancieri, il cotillon e la quadriglia.

Fine miniaturista realizzava, oltre ai quadri, immagini per cartoline che faceva stampare nella litografia di Basilio Cascella.

cartolina messa a disposizione dall'artista Di Donato Saverio

Frequentatore del Circolo Aternino, Ferdinando Giordano fu un eclettico personaggio.

Proveniva da una dinastia di militari di origine campana e preferì rompere la propria carriera per non venir meno alla fede giurata.

Il padre barone Giuseppe Giordano, tenente del genio militare, era nato a Chieti; lo si cita ancora come autore di una memoria sull’annosa questione del porto:

“Brevi lumi su di un porto da potersi costruire alla foce del fiume Pescara”

D’Annunzio, all’interno della novella “La contessa di Amalfi” ricorda “il generale”intento a muovere le bandierine nel piano rappresentativo del teatro di guerra franco prussiano, ma, in considerazione della genialità del personaggio e delle numerose discipline di insegnamento praticate dallo stesso, si può ipotizzare tranquillamente una conoscenza diretta più profonda.

Nel 1884 il Vate fece una specie di crociera lungo le spiagge dell’Adriatico con una lancia tutta verniciata di bianco e munita di un’alta e candida vela latina sulla quale era stato dipinto ad olio un bel grifone color giallo-oro antico.

Il simbolo, che occupava quasi l’intera vela, era stato ideato dal Vate e ricomposto ad olio proprio dall’Ing.Ferdinando Giordano. 

Micuccio (Domenico Valori, guardiano del ponte a battelli), risultò essere in quella occasione il suo fido marinaio.

Ferdinando Cetteo Antonio Giordano era nato  a Pescara il 29 Luglio 1832 da Giuseppe e Betti Colomba e vi moriva nel 1901 al compimento del sessantanovesimo compleanno.

Il giorno prima, nell’intento di legittimare in maniera totale e definitiva il figlio naturale Domizio, nato nel 1884 dalla relazione con la Olivieri Costanza, aveva ufficializzato il matrimonio con la stessa.

Fra l’altro nel momento dell’estremo saluto una esecuzione di sfratto generata dalle usure l’avrebbe potuto costringere ad uscire morente nel suo letto sotto la pioggia.

Un provvidenziale intervento a garanzia da parte del compaesano Emilio Malacrida gli aveva evitato tale dolore.

“Il Domani”, testata giornalistica dell’epoca, nell’agosto 1901 riportò la notizia della sua morte titolando

“Una perdita dolorosa”

Il corteo funebre, invero modesto, venne seguito da pochi intimi.

La stesura del testo è stata resa possibile grazie alle ricerche d’archivio eseguite dal genealogista Fernando Bellafante di Pescara.

La riproduzione grafica della palazzina barocca è stata realizzata dall’equipe del Prof.Tunzi-U’dA CH-PE-“Tecniche del Costruire”.