Valentino Cannella

Valentino Cannella

Racconta Tullio Bosco nel suo prezioso libro “Accadeva a Pescara”

Valentino Cannella, nella sua professione di sarto, era un’artista di grido: le forbici agivano nelle sue mani alla stregua di un pennello nelle mani di un abile ritrattista.
Era quindi naturale che le maggiori personalità di Pescara e città vicine si onorassero di servirsi da lui.
E fra questi non poteva mancare Gabriele D’Annunzio, che nella gioventù era un fanatico della propria eleganza.
Benchè politicamente controcorrente, essendo seguace delle dottrine socialiste, era rispettato dalle autorità fasciste a causa della sua irreprensibile condotta.
Straordinariamente dotato di humor, l’abilità con cui manovrava le forbici lo aveva portato ad esplicare un’altra divertente attività: quella di confezionare palloni aereostatici di carta riproducenti animali o caricature di noti personaggi.
E riusciva così bene a raffigurare l’espressione e l’atteggiamento dei suoi modelli, che ormai la sua fama si era estesa in tutta Italia.
Durante l’arco di un anno Cannella confezionava, nei ritagli di tempo, i suoi bei palloni di carta-velina multicolore, poi li ripiegava accuratamente e li teneva in serbo per metterli in libertà il lunedì della grande festa patronale di S.Cetteo, investendo in questo spettacolo l’intero pomeriggio. L’operazione si svolgeva “fuori Porta Nuova”, e cioè dinanzi al Teatro Michetti.
Ormai lo spettacolo era diventato una tradizione unica nel suo genere, sì da richiamare un numeroso pubblico da molto lontano, ansioso di vedere le novità di questi “personaggi volanti”, tenute segrete fino all’ultimo istante. (…)
Una volta fu chiamato a Napoli per le feste di Piedigrotta;  per l’occasione confezionò un pallone con la caricatura della celebre scrittrice Matilde Serao. Ma ne evidenziò talmente la pinguedine, che la stessa scrittrice, che aveva visto stupefatta passare in cielo il pallone con la propria immagine dal terrazzo di casa sua, lo fece chiamare per esternargli il suo risentimento.
Ma Cannella si giustificò con tanta grazia che fu perdonato.
Le disse:” Signora, è l’aria calda che dà il potere ascensionale alla figura. Più questa è capiente, maggiore è il contenuto di aria calda, ottenendosi in tal modo stabilità e leggerezza. Se avessi ridotto la capienza avremmo avuto come risultato un irriverente ondeggiamento della persona”.
Questa predilezione di don Valentino per i palloni, iniziata nel lontano 1900, continuò ininterrottamente fino al 1940.
E conservò fino all’ultimo momento il suo spirito allegro e la sua innata scherzosità, lasciando per sempre le sue magiche forbici nel 1968, all’età di 102 anni.

Altro ricordo di Cannella Valentino detto Minuccio

E si ballava nel riservato Circolo Aternino …..

Ricercatissimi, fortemente contesi erano gli inviti emessi dalla deputazione per i straordinari e rinomati festeggiamenti del carnevale.
L’artista pescarese Minuccio Cannella, vestito alla settecentesca, ogni anno accoglieva le maschere al centro della sala del Circolo Aternino e comandava la quadriglia in francese.
Subito dopo polca,mazurca,valzer strisciante,valzer volante,il galoppo, il cotillon, il ballo dei lancieri e poi ancora quadriglia chiusa con il comando: alla promenade…..contrè…tout le monde au buffet  e a suono di musica le coppie venivano fatte entrare nel salone  dov’era pronto il cenone di mezzanotte.