Il Mare Vecchio ed Il Lazzaretto

Il Mare Vecchio ed Il Lazzaretto

……nella descrizione di Raffaele Rotondo

Il tratto di spiaggia che va dal molo sud est del porto turistico fin quasi all’altezza dell’attuale viale Vittorio Pepe era, sino agli anni 20, l’unica spiaggia dei pescaresi di Porta Nuova.
Con lo sviluppo del rione Pineta il ceto borghese si trasferì in massa a balneare sul vicino tratto di spiaggia, tanto più che intraprendenti privati vi installarono subito le prime cabine in legno ed uno stabilimento, anch’esso in legno, proteso sul mare, che si reggeva su palafitte.
Il mare vecchio ed il lazzaretto

L’antica spiaggia fu così declassata e quel tratto di mare si chiamò appunto “vecchio” e fu frequentato esclusivamente dal ceto proletario….(.)
….Non esistevano concessioni o stabilimenti balneari; l’unica costruzione, si fa per dire, era costituita dall’antico lazzaretto che in passato accoglieva gli appestati durante le epidemie.
Piantato sulla sabbia a pochi metri dallo sbocco di Viale Ronche, oggi Viale Vespucci, l’ex lazzaretto¹ era del tutto fatiscente; il suo colore bruno, logorato dal tempo, appariva in contrasto con l’oro della sabbia e l’azzurro del mare.
Avvicinandosi si percepiva ancora l’odore acre della creolina, testimonianza delle antiche disinfestazioni.
Era tuttavia abitato da una poverissima famiglia, che arrotondava le magre entrate con i modesti compensi di chi vi riponeva le famose capanne.
Erano queste formate da tre canne alte un paio di metri, che venivano infisse nella sabbia e riunite alla sommità, in modo da formare quasi una piramide a base triangolare.
Un vecchio lenzuolo, spesso rappezzato, chiudeva i due lati, lasciando aperto il terzo rivolto verso il mare.
Nessuno poteva restare a lungo all’interno della capanna, se non rischiando di sciogliersi al calore; le capanne, infatti servivano quasi esclusivamente per riporvi indumenti e nascondervi le merende portate da casa e divorate dopo il bagno.
Vista da lontano la spiaggia appariva simile a una grande tendopoli che ricordava, a parte il colore, gli accampamenti dei pellirosse d’America.
I “servizi igienici” erano assicurati da… una folta vegetazione di tamerici che correva a ridosso della strada sterrata che portava alla Pineta.
La vita balneare vi trascorreva paciosa e tranquilla; Jukebox e fracassoni erano ancora al di là da venire.
Il mare, senza le orribili scogliere di oggi, era limpido e pulito.

Tratto da Pescara -“Dalle origini alle soglie del duemila”-
di Raffaele Rotondo

¹l’edificio era in Contrada Marina, ai margini della spiaggia (in fondo a Via Vespucci); era stato costruito dal Comune di Pescara e finalizzato a magazzino di ricovero di tram a cavallo.
La costruzione, costituita da un unico vano di mq.152,70, era stata poi utilizzata come lazzaretto.