Marietta Camerlengo

Prosperosa fanciulla dai grandi occhi neri, capelli corvini legati a ciuffo sulla nuca, a venticinque anni era così bella che il pittore Francesco Paolo Michetti avrebbe voluto averla come modella.

 

Piccola di statura, svelta di passo e di parola, minuta nei tratti del viso tondo, che l’età aveva poi coperto di fitte rughe e lentiggini senza tuttavia spegnerne mai il sorriso gentile e umile di contadina abruzzese.

Un’innata simpatia caratteriale la induceva ad una contagiosa, mai invadente, cordiale confidenza.

La madre di D’Annunzio non ebbe amica più fedele e devota di quest’umile creatura allevata nella casa, e che alla casa aveva  votato e donato la sua esistenza.

Donna Luisa prese con se la contadinella di Villa del Fuoco prima ancora che compisse dieci anni. La educò, la formò, giovandosi anche della sua intelligente collaborazione.

Marietta divenne un’ottima donna di casa.

Quello che avrebbe dovuto essere un lavoro fu per lei una missione e i D’Annunzio presero a considerarla una buona e cara congiunta, saggia, disinteressata, amabile brontolona, come possono esserlo un caporale di giornata ed una brava massaia abruzzese.

 

” Una voce piana (…) La riconosco. E’ quella della serva ammirabile, della creatura fedele, nata nelle nostre glebe, allevata nella nostra casa, chiamata Maria”.                         (dal “Notturno”-G.D’Annunzio)

 

 

 

                                                    per gentile concessione dell’avv.Umberto Luise

Quando la casa fu elevata a dignità di monumento nazionale i visitatori, che sempre numerosi cercavano tra le sue stanze “i segni della giovinezza del poeta”, impararono piuttosto a conoscere la  serva “fedele” del Vate ed a apprezzarla.

Sobria, seria e immutabilmente devota, Marietta guadagnò la stima di scrittori e giornalisti cui donava episodi legati al continuo contatto con il poeta. E costoro talvolta con chiaro entusiasmo ricambiarono dedicandole alcuni loro scritti.

Pur nella sua nota incapacità di leggere e scrivere, questo personaggio, ignorato troppo e a torto nella riproposizione degli eventi dannunziani cittadini, è  riuscito comunque a tessere un notevole e variegato carteggio con il Vittoriale tale da costituire oggi una preziosa fonte di informazione sulle vicende della casa e della famiglia fino alla scomparsa del Vate.

Dopo la morte di Donna Luisetta, pur nella sua ingenuità la Camerlengo ha sempre avuto coscienza dell’importanza del suo ruolo nella casa, riuscendo a compenetrarsi degnamente, come non altri, nella figura di rappresentante unica di Gabriele D’Annunzio, in una casa vuota di oggetti ma piena di ricordi.

( da una memoria di Manlio Masci)