I mutamenti urbani
le cosidette “città vive” raramente corrispondono ad un ideale o quantomeno assumono una forma ideale.
Pescara non fa eccezione ; cresce e si trasforma nella modernità, si demolisce e ricostruisce con lo sguardo indirizzato al futuro, incurante della perdita delle tracce del passato.
E’ la sua maniera di comunicare, a senso unico, un’originale immagine legata alla sola contemporaneità, eclissando totalmente dalla coscienza un pur non indifferente trascorso storico.
Questa immagine globalizzante, piuttosto legata a visioni ed aspetti di ingarbugliata americanità, associa nel contempo però l’idea falsata di una città senz’anima.
Tracce di una “”città della memoria””riaffiorano solo attraverso alcune immagini di archeologia virtuale ed i tentativi di far emergere le molteplici identità, tramite la diffusione mediatica di foto e/o cartoline d’epoca, producono risultati di scarso impatto ambientale.
Questa singolare capacità di spinta in avanti della città moderna non deve assolutamente essere mortificata, ma va governata e, prima o poi, reinterpretata, valorizzando i pochi resti rimasti della sua storia ed evitando le disordinate e confuse accelerazioni degli ultimi anni.
Solo in tal modo si potrà pervenire ad una migliore sintonia di controllo delle espressioni architettoniche e ad una loro più equilibrata diffusione nel territorio.